sabato 24 agosto 2013

Should I stay or Should I go? Post semiserio e semidepresso sul futuro di una laureanda.

Credo sia un pò il quesito MUST HAVE di ogni laureando: "Vado o resto?".

Si perchè, non per essere la solita pessimista, ma non è che la situazione in Italia sia florida!Si, lo so che è storia vecchia, lo so benissimo, la crisi, le assunzioni, il lavoro che manca, l'accontentarsi, l'essere Choosy.

Il punto è, a duemaledettissimematerie dalla laurea, che mi rendo conto che dopo mi attende un punto interrogativo grande come una casa. Cosa ci sarà dopo? Lavoro precario? Stage retribuiti che manco uno schiavo in una piantagione? Lavoro Occasionale? Lavoro in nero? Ma peggio di tutti, NESSUN LAVORO?

Finchè mamma e papà ti coprono le spalle puoi anche fingere di non dover prendere decisioni, di non dover progettare un futuro che sembra un buco nero cosmico.
Ma sei grande, sei adulta, i bambini e i ragazzini ti chiamano "SIGNORA" e tu rabbrividisci perchè cominci a pensare che converse, spirito adolescenziale e stile casual, ti salveranno dalla maturità che incombe.
A condire questa insalata di sentimenti negativi ci sono quelli della generazione precedente la tua, i 35enni del lavoro che è passato a part time, delle ferie forzate, ci sono loro e la loro frase tipo "SCAPPATENE DA QUI!".

E tu ti ritrovi a fissare i libri e i quaderni di appunti e ti chiedi se non sia meglio seguire il loro consiglio che suona come una disperata richiesta di salvataggio:SCAPPA,VATTENE!

Siamo un po come emigranti moderni, non abbiamo le valigie di cartone, nè le mani che odorano di terra, gli sguardi tristi, imbarcati su transatlantici che arrivano "all'America".
Siamo emigranti moderni, con i nostri Iphone comprati a rate, le cuffie, gli occhiali scuri, le nostre lauree triennali e le specializzazioni prese controvoglia, tutti pronti a fare lavori che qui non faremmo mai o che magari nemmeno ci sono.
Lauree che pesano come piume in un tornado, conta solo quello che sai fare e che hai imparato, conta solo la tua voglia di provare a mollare tutto, che alla fine è quasi niente, per prendere la vita di petto, imparare una lingua che non è la tua, fare un lavoro che probabilmente nemmeno ti piace ma che ti permette di sentirti adulto, di avere una stanza e se sei fortunato un appartamento che sia tuo, il tuo tempo e le tue paranoie, i tuoi "nonarrivoafinemese" e il tuo momento di gloria in un Paese che non è tuo ma che, forse, impari ad amare e rispettare come fosse il tuo.

Siamo un po come quelli che in questi giorni sbarcano nella mia città, su barconi, affollati, con le mani vuote e le grandi speranze, è il punto di partenza che ci rende diversi, loro scappano dalla guerra, noi scappiamo dal finto benessere, dal dubbio e dall'incertezza.

E allora, dovrei andare o restare?
Perchè penso che per fare quello che vorrei dovrei proprio andare, raccogliere soldi, speranze e sentimenti e lasciarmi alle spalle quella che è casa mia per un Paese nuovo, nuovi volti, nuovi sorrisi, nuove possibilità...

"A casa è unni c'è u travagghiu" (la casa è dove c'è il lavoro)...così dicono.
noemilisto©

Ps: per la serie dai un tono frivolo a questo post da depressione
Leggings:Forever 21+
Pull:H&M

:)

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